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Mommsen, Theodor Ernst.

Giurista, filologo, storico ed epigrafista tedesco. Dedicatosi allo studio dell'antichità italica e romana (seguì le lezioni di filologia di Otto Jahn), dopo essersi laureato in Giurisprudenza a Kiel (1843) venne in Italia a ricercare e a illustrare iscrizioni antiche, compiendo ricerche in tutte le discipline che, insieme con il diritto, gli potevano chiarire la complessità del mondo dell'antica Roma (1844). Da questa esperienza nacquero gli Studi Oschi (1845) e l'opera I dialetti italici del meridione (1850), con i quali fondò la dialettologia dell'Italia antica. Tornato in Germania nel 1847, partecipò, come giornalista, della "Schleswig-Holsteinische Zeitung" ai moti politici del 1848, e nel 1850 perse la cattedra di Diritto civile a Lipsia a causa delle sue posizioni progressiste e antiaristocratiche. Nel 1852, quando era professore di Diritto romano a Zurigo, raccolse le Inscriptiones confoederationis helveticae latinae, e pubblicò a Lipsia, nello stesso anno, le Inscriptiones regni Neapolitani latinae, che valsero a rimuovere tutte le opposizioni dell'Accademia di Berlino ai criteri da lui propugnati circa la redazione del Corpus inscriptionum latinarum, la raccolta di tutte le iscrizioni latine trovate nei territori anticamente sottoposti al dominio romano al cui progetto M. stava lavorando da diversi anni. Ebbe perciò il compito di dirigerne la preparazione, con la collaborazione di De Rossi e di Henzen. Nel 1854 tornò in Germania, chiamato alla cattedra di Diritto romano a Breslavia e, per tre anni, lavorò alla stesura della sua opera più conosciuta e destinata a riscuotere maggiori consensi presso il grande pubblico: la Storia di Roma antica, in tre volumi, pubblicata per la prima volta nel 1856 e riedita a più riprese negli anni successivi. L'opera, composta in uno stile molto accattivante e ricca di osservazioni psicologiche e di giudizi spesso taglienti, piacque anche ai lettori privi di competenza specifica sull'argomento soprattutto per la passione politica che ispirava l'autore, volto ad interpretare l'antica storia di Roma alla luce degli avvenimenti politici a lui contemporanei. Non costituisce tuttavia l'opera più valida e rigorosa di M. da un punto di vista dell'analisi storica e filologica, anche perché come opera giovanile non più aggiornata nel corso delle successive edizioni, non accoglie i risultati più maturi delle ricerche di M. in ambito storico, giuridico, filologico ed epigrafico. Comunque, proprio in conseguenza del successo riscosso dalla Storia di Roma antica, M. passò nel 1858 a Berlino per i lavori del Corpus, e a Berlino ebbe, nel 1861, la cattedra di Storia antica. Nel 1863 riprese la sua carriera politica, sempre animato da un forte spirito antibismarckiano, diventando deputato alla Camera prussiana e al Reichstag; sempre nel 1863 uscì il primo volume del Corpus inscriptionum latinarum, da lui curato insieme con Henzel, e di cui M. redasse personalmente alcuni volumi, conservando comunque la supervisione sull'intera opera, che assunse inevitabilmente dimensioni monumentali. Nel 1873 iniziò il suo più che ventennale segretariato della classe filosofico-storica dell'Accademia di Berlino. Come segretario dell'Accademia di Berlino organizzò la pubblicazione del Corpus Nummorum e del Vocabularium iurisprudentiae romanae; inoltre si fece promotore di varie importanti iniziative culturali: fece acquistare dei papiri egiziani che successivamente pubblicò; promosse lo scavo sistematico del limes sul fronte germanico e la sistemazione dell'Istituto archeologico germanico di Roma. Collaborò per la sezione dei testi più antichi all'edizione dei Monumenta Germaniae historica. Tra il 1874 e il 1887 vide la pubblicazione un'altra opera fondamentale: il Diritto pubblico romano, preparato del resto negli anni precedenti dalla edizione dei Digesta giustinianei. Negli ultimi anni della sua vita M. si dedicò soprattutto all'approfondimento degli studi di diritto romano: nel 1890 curò i testi del diritto antegiustinianeo; nel 1899 scrisse il Diritto penale romano, destinato ad arricchire e completare il manuale di antichità romane scritto in collaborazione con Marquardt. Nel 1902 ebbe il premio Nobel per la letteratura. Tra le altre opere: La cronologia di Roma fino a Cesare (1859); Storia della monetazione romana (1860); l'edizione delle Res gestae Divi Augusti (1865), delle Varie di Cassiodoro, dei Chronica minora e del Liber pontificalis; inoltre, Le province di Roma da Cesare a Diocleziano (1884), che l'autore aveva concepito come quinto volume della sua Storia romana, il Disegno del diritto pubblico romano (1893), tradotto in italiano da P. Bonfante nel 1903 (Garding, Schleswig-Holstein 1817 - Charlottenburg, Berlino 1903).